Bellevue di Monaco

Monaco, Germania
2016-2018

Bellevue di Monaco è un progetto di ristrutturazione che ha recuperato tre edifici nel centro di Monaco, due storici e uno degli anni ’50, originariamente destinati alla demolizione, trasformandoli in un centro culturale e di accoglienza. Il progetto è nato nel contesto della cosiddetta “crisi dei rifugiati del 2014/2015” su un lato e di un mercato immobiliare sempre più surriscaldato sull’altro, che ha messo il mercato abitativo sotto forte pressione. In risposta a questa situazione, è nato un movimento di protesta contro l’aumento dei prezzi e a favore della solidarietà verso i rifugiati, che ha dato origine alla cooperativa sociale “Bellevue di Monaco”.

© Constanze Wolfgring
Pratica
Progetto

Keywords

accoglienza, integrazione lavorativa, integrazione sociale, rigenerazione culturale, solidarietà

LINK

Categorie di intervento

Progettisti

Hirner und Riehl Architekten und Stadtplaner BDA

Ente promotore

Cooperativa sociale ‘Bellevue di Monaco’

Cronologia

2015: concessa l’autorizzazione per l’uso come abitazioni temporanee per rifugiati
2016: inizio dei lavori di ristrutturazione
2018: completamento dei lavori
2020: completamento del campo da calcio sul tetto

Budget

€ 2,24 mio.

Obiettivi

Bellevue di Monaco nasce come cooperativa sociale con l’obiettivo di creare un centro culturale e di accoglienza per giovani rifugiati non accompagnati e altri cittadini a Monaco di Baviera, nel centro della città. Dal punto di vista sociopolitico, il progetto mira quindi a creare uno spazio di solidarietà per i rifugiati e a realizzare un luogo di accoglienza, valorizzazione culturale e scambio.

Dal punto di vista architettonico e urbanistico, un obiettivo essenziale era il risparmio delle risorse e il riutilizzo dei materiali, oltre alla salvaguardia delle qualità esistenti degli edifici e del contesto urbano circostante. Gli architetti, insieme alla cooperativa sociale, hanno deciso di investire tempo di lavoro anziché puntare sull’impiego di nuovi materiali.

Non convenzionalità

La non convenzionalità del progetto è legata al modo in cui è nata e si è evoluto, come un’iniziativa dal basso, basata su un impegno civico e continuo, da un lato come forma di resistenza alla finanziarizzazione del mercato abitativo e, dall’altro, come espressione di solidarietà verso i rifugiati; il tutto da interpretare in un quadro più ampio che solleva la domanda: “Per chi è la città?” (Grisi Ganzer, intervista, 2024).

Abbordabilità

Il modello finanziario si basa sul diritto di superficie (“Erbpacht”), che risulta sostenibile. Inoltre, l’associazione riceve un contributo culturale annuale per l’organizzazione di attività culturali. Ogni anno, l’associazione organizza anche il cosiddetto “Giro di Monaco”, una maratona benefica che genera circa 125.000 euro di entrate annuali e alla quale partecipano gratuitamente diversi artisti e musicisti, come i Sportfreunde Stiller e la Spider Murphy Gang. Inoltre, ogni Natale viene lanciata una campagna di raccolta fondi.

Informalità

L’informalità si manifesta in alcuni aspetti del processo: prima della completa ristrutturazione degli edifici, vi fu un’azione di tipo “guerrilla”, la cosiddetta “gorilla renovation”. Durante questa iniziativa, un gruppo di attivisti, successivamente coinvolti nella fondazione della cooperativa sociale, indossò maschere da gorilla e ristrutturò autonomamente un appartamento in uno degli edifici abbandonati, trasmettendo l’intera azione in diretta streaming. Questo gesto attirò l’attenzione del sindaco e di un pubblico più ampio, giocando un ruolo cruciale nell’annullamento dei piani di demolizione.
Un altro elemento di informalità è rappresentato dall’ampia partecipazione di volontari sia durante il processo di ristrutturazione sia nella gestione delle attività, e con dotazioni di materiali vari (come, per esempio, la cucina ad uso collettivo).

CARATTERISTICHE PATRIMONIALI

Regime d'uso

Locazione

Tipo di intervento

Ristrutturazione

Soggetti attuatori

Hirner und Riehl Architekten und Stadtplaner BDA, cooperativa sociale Bellevue di Monaco, volontari

Distribuzione territoriale

caso singolo

Soluzione abitativa

Integrazione con spazi ad uso non residenziale

Servizi condivisi

Unità condivise

Unità temporanee

Proprietà

Proprietà del comune, concesso alla cooperativa tramite un contratto di “Erbpacht” (diritto di superficie) per un periodo di 40 anni.

Dati spaziali

Numero di edifici

3 (di cui due residenziali)

Tipologia edificio

uno a torre, due a blocco

Piani per edificio

edificio a torre: piano terra + 5 piani + campo sportivo su copertura

Numero di unità abitative

edificio a torre: 5, edificio a blocco: 8

Superficie totale

Spazi privati

Spazi condivisi

Spazi collettivi

Spazi pubblici

Accesso all'edificio

da strada

Distribuzione abitazioni

un vano scala per edificio

Soluzioni spaziali

spazi condivisi, collettivi e privati

Tipologia unità

5 alloggi condivisi da 4 persone ciascuno con stanze singole, cucina comune, e due bagni comuni (edificio a torre)

Superficie unità

Distribuzione unità

un vano scala (edificio a torre)

Zona notte/individuale

aree private limitate alla superficie strettamente necessaria

Zona giorno/comune

cucina e due bagni comuni

Altezza interpiano

Soluzioni spaziali unità abitative

spazi condivisi, collettivi e privati

BENEFICIARI E PROCESSO

Numero beneficiari

oltre 40

Tipologia beneficiari

rifugiati, giovani, famiglie

Usi non residenziali

Gli usi non-residenziali sono numerosi e vari: un café/bar, diversi laboratori e workshop, tra cui una sartoria dove alcuni degli abitanti lavorano, con i prodotti venduti in un negozio dedicato. C’è anche un’officina per biciclette, gestita da un’associazione che collabora con i rifugiati, riparando biciclette abbandonate. Si organizzano corsi di lingua, un gruppo teatrale e attività sportive come il calcio, con un campo aperto al pubblico previa prenotazione. Inoltre, era presente una pensione, che si trovava in un altro edificio del quartiere, come uso temporaneo in attesa di demolizione.

Modalità di gestione

Gli usi non-residenziali sono numerosi e vari: un café/bar, diversi laboratori e workshop, tra cui una sartoria dove alcuni degli abitanti lavorano, con i prodotti venduti in un negozio dedicato. C’è anche un’officina per biciclette, gestita da un’associazione che collabora con i rifugiati, riparando biciclette abbandonate. Si organizzano corsi di lingua, un gruppo teatrale e attività sportive come il calcio, con un campo aperto al pubblico previa prenotazione. Inoltre, era presente una pensione, che si trovava in un altro edificio del quartiere, come uso temporaneo in attesa di demolizione.

Modalità di accesso

Accesso e accompagnamento dei residenti tramite diverse associazioni sociali terze (tra cui la Jugendhilfe).

Disegni base

Documentazione fotografica

Sistemi di relazioni e inserimento urbano

Livelli condivisione e privacy

Testi e scheda a cura di Constanze Wolfgring. Elaborazioni grafiche di Giacomo Dansi: le riletture critiche si basano sull’interpretazione dell’autore del caso di studio sopra riportato.

© Constanze Wolfgring
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